Walter F. Haettenschweiler, uno spirito controcorrente

Nadia Bendinelli
27. d’octubre 2022
Walter F. Haettenschweiler, Löwengartenbier – Birreria Löwengarten, sottobicchiere, 1975–1985, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica

Appena messo piede nell’esposizione, ci si ritrova catapultati in un mondo geometrico in bianco e nero, strutturato da pareti diagonali e suddivisioni ad angolo che ricordano un labirinto. Le aperture per passare da un settore all’altro richiamano, con archi concavi, convessi e linee dritte, le caratteristiche di alcune lettere. L’ambiente riproduce benissimo l’idea di qualcosa di costruito con minuzia, ma che allo stesso tempo lascia spazio al gioco e all’ironia – proprio come la grafica e i caratteri tipografici creati da Haettenschweiler.

Tipografia da adoperare

Negli anni cinquanta e sessanta, lo stile tipografico internazionale, detto anche Swiss Style, raccoglieva consensi in quasi tutto il mondo. Si tratta di un linguaggio formale ridotto all’essenziale, con lettere «sans serif», pochi colori, linee pulite e impaginazioni asimmetriche ben strutturate. Anche i non addetti ai lavori conoscono ancora oggi il carattere tipografico Helvetica, uno tra i più usati del periodo. Seppur la scuola di pensiero del tempo promuovesse questa sobrietà, era anche vero che la pratica lavorativa richiedeva alfabeti stravaganti e quindi controcorrente.

Proprio da questa esigenza nel 1954 nacque «Lettera», un catalogo di alfabeti alternativi, in netta contrapposizione con la tendenza minimalista. Anche Haettenschweiler, allora studente dell’ultimo anno alla Kunstgewerbeschule di Zurigo, contribuì al progetto con il suo carattere Schmalfette Grotesk. Venne ampiamente adoperato per comporre i titoli di varie riviste come Twen, Epoca e Paris Match. Più tardi diventò un font standard di Microsoft, ribattezzato con il nome dell’autore, al quale però nessuno si preoccupò di chiedere il permesso.

Al primo volume di Lettera ne seguirono altri tre, sempre pubblicati da Niggli, per i quali Walter F. Haettenschweiler venne invitato a prendere il posto di uno dei due autori, scomparso prematuramente. Gli alfabeti raccolti nei volumi, molti di questi disegnati da lui, furono concepiti esclusivamente per i titoli e non comprendevano quindi vari caratteri, come interpunzioni e caratteri speciali, che solitamente costituiscono un font completo. Queste pubblicazioni non seguivano un’intenzione commerciale, si trattava di uno strumento di lavoro per grafici o decoratori, che potevano servirsi degli alfabeti per le loro attività. In questo senso Lettera rimase un progetto di grande successo, unico nel suo genere. Il primo volume venne ristampato più volte e venduto in oltre settanta Paesi. Nel libro che accompagna la mostra, il testo di Rudolf Barmettler, a lungo docente e istitutore di corsi di master e post-diploma in tipografia, fornisce uno spunto di riflessione interessante: la situazione di allora è del tutto simile a quella odierna, sostiene, nonostante ci siano milioni di caratteri a disposizione, nell’applicazione pratica ha quasi tutto lo stesso aspetto.

Armin Haab, Walter F. Haettenschweiler, «Lettera 4», raccolta di caratteri ornamentali, 1972, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Walter F. Haettenschweiler, Sacral Letter, disegno del carattere, 1960, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Walter F. Haettenschweiler, Schmalfette Grotesk, alfabeto tratto da «Lettera 1», 1954, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Prima di tutto una grafica regionale

Per Haettenschweiler è sempre stato scontato lavorare in proprio. Preferiva essere indipendente perché non si riteneva adatto a lavorare come impiegato, o altrimenti detto a conformarsi e adeguarsi a regole prestabilite. Riconosceva però i vantaggi di un pensiero maturato e affinato grazie allo scambio con i clienti, o più o meno con chiunque gli capitasse a tiro. Anche per questo riteneva importante insegnare agli apprendisti: gli permettevano di non rimanere bloccato in schemi di pensiero e approcci che, secondo lui, generano solo una grafica sempre uguale a sé stessa. Tra i circa 25 giovani formati, figurano anche tre dei suoi cinque figli. Una spiccata allergia alle pratiche cartacee e ai formulari limitò il suo desiderio di assumere personale ai soli apprenditi.

Walter F. Haettenschweiler nel suo atelier in via Schanz 2, all’inizio degli anni 1980 (© Comunione ereditaria Walter F. Haettenschweiler)

Nel 1956 aprì quindi uno studio nella sua amata Zugo. Mentre altri grafici dalla regione sceglievano di lavorare altrove, Haettenschweiler si interessava alle attività locali. Nel corso degli anni si aggiudicò più di 160 clienti. Alcuni li otteneva tramite concorsi, la maggior parte tra una chiacchiera e l’altra durante eventi, partite di calcio o giocando a scacchi al Café Ritz. Dalle sue parti era conosciuto come un tipo originale, sempre accompagnato dal suo sigaro. Guardando alcune interviste reperibili online, risultano evidenti il senso dell’umorismo, un approccio pratico e un modo di parlare schietto e ruvido. Non si riteneva un tipo concettuale, cercava soluzioni nel fare, nello sperimentare «sporcandosi le mani». Credeva nell’importanza di rimanere vigili e attenti, nel saper osservare per poter cogliere le casualità e usarle poi per migliorare il proprio lavoro. Forse queste sue convinzioni, espresse in questi termini, erano anche un modo per prendere le distanze dalla più recente tendenza di creare grandi storie e molte chiacchiere attorno ai progetti. Sarebbe infatti sbagliato pensare che i suoi lavori non fossero ben concepiti fino all’ultimo dettaglio. Il suo pensiero era però di tipo pratico, non si perdeva in teorie. Un esempio divertente, per capire fino a che punto Haettenschweiler non lasciasse nulla al caso, lo si trova proprio nel modo scelto per scrivere il suo cognome: guardando le prime lettere «Hätt», o peggio «HÄTT» in maiuscolo, gli sembrava di vedere un cancello. Rinunciò quindi alla dieresi per scrivere «Haett», che si pronuncia allo stesso modo.

Tra il 1965 e il 1982 vinse sette concorsi della Posta e realizzò in totale 15 francobolli, un traguardo di cui andava particolarmente fiero. Per un grafico, poter realizzare un francobollo è un grande prestigio. Alcuni dei suoi numerosi loghi sono tutt’ora in uso. Nonostante molti dei suoi clienti, e quindi dei suoi lavori, fossero legati alle regioni attorno a Zugo, il nome Haettenschweiler è noto a livello internazionale.

Walter F. Haettenschweiler, Ara-Stella S.A., progetto per il logo, 1954–1961, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Walter F. Haettenschweiler, Assi-Therm, Camenzind + Sohn, prospetto pubblicitario, 1955/56, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Walter F. Haettenschweiler, Restaurant Löwen, progetto per il logo, circa 1975, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Walter F. Haettenschweiler, Schweizerischer Reisebüro-Verband, cartellone pubblicitario, circa 1972, Museum für Gestaltung Zürich, collezione grafica
Esposizione

Nel 2018 una parte del lascito è passata al Museum für Gestaltung di Zurigo. Comprende tutti i lavori grafici e tipografici recuperati da un grade deposito situato a Cham, che conteneva, a detta della curatrice Barbara Junod, letteralmente di tutto. La mostra comprende quindi moltissimi disegni originali e oggetti di vario tipo.

Nella seconda sala i visitatori hanno la possibilità di giocare con i caratteri e capire meglio come si sviluppa e si lavora a un font. Gli studenti della zhdk (Zürcher Hochschule der Künste) stanno attualmente digitalizzando gli alfabeti di Haettenschweiler, aggiornandoli costantemente. I progressi fatti fino ad ora si possono vedere sulla piattaforma eFont.ch – resta però ancora parecchio lavoro da fare.

Negli ultimi spazi della mostra, oltre alla riproduzione di una parte dell’atelier dove dipingeva, è possibile visionare dei filmati con interviste e osservare alcuni utensili ed esempi realizzati con le varie tecniche di lavoro usate dal grafico.

La mostra «Haettenschweiler von A bis Z» al Museum für Gestaltung, nella sede presso il «Toni Areal» a Zurigo, rimarrà aperta fino al 19 febbraio 2023.

Haettenschweiler von A bis Z. Schriftgestalter, Grafiker und Künstler

Haettenschweiler von A bis Z. Schriftgestalter, Grafiker und Künstler
Barbara Junod, Rudolf Barmettler, Florian Hardwig, Daniela Mirabella e Clovis Vallois
Testi: tedesco e inglese

905 × 128 millimetri
ISBN 9783907265208
Museum für Gestaltung Zürich
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